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L’orologio automatico e il suo funzionamento

    Dopo aver spiegato nel dettaglio il funzionamento degli orologi al quarzo, andiamo ora ad approfondire gli aspetti che caratterizzano invece gli orologi meccanici, senza dubbio oggi quelli più amati dai collezionisti e dagli appassionati di orologeria.

    Un meraviglioso Grand Seiko con il suo calibro automatico 9SA5

    Gli orologi a carica manuale devono essere caricati manualmente per funzionare.

    La rotazione della corona fa entrare in movimento una serie di ingranaggi (ossia la corona di carica e il rocchetto). questi trasferiscono energia dalla corona dell’orologio al bariletto. 

    Gli orologi da polso automatici invece funzionano secondo un principio di base tanto semplice quanto geniale.

    Sul movimento di ogni orologio automatico si trova il rotore, una massa oscillante semicircolare libera di muoversi attorno al suo punto di ancoraggio.

    Con i naturali movimenti del braccio l’orologio viene costantemente portato in una nuova posizione determinando così anche il movimento del rotore che, grazie alla gravità, cade sempre nella posizione più bassa.

    Questo movimento genera una coppia che viene trasmessa al movimento attraverso il meccanismo di carica.

    Il movimento del braccio svolge nel caso dell’orologio automatico quello che la batteria fa all’interno di un orologio al quarzo: produce energia – in questo caso cinetica, che viene convertita in energia meccanica dal rotore. 

    All’interno del movimento, il rotore è collegato alla molla di trazione che funge da accumulatore di energia per il movimento.

    La molla di trazione trasmette l’energia immagazzinata al movimento attraverso il bilanciere e lo aziona.

    Ad ogni movimento, il rotore stringe la molla di trazione e converte l’energia meccanica in energia potenziale.

    Nel seguito l’energia del movimento del braccio viene immagazzinata nella molla di tensione del movimento.

    A differenza di un movimento a carica manuale, la molla di tensione viene caricata continuamente ad ogni movimento dell’orologio.

    Il movimento meccanico al suo interno, composto da ingranaggi, molle, pignoni e altri componenti, sposta le lancette attorno al quadrante per indicare il tempo.

    L’energia così creata viene trasferita alla molla che si carica e la conserva per creare una riserva di carica (aspetto questo molto importante nella definizione delle caratteristiche degli orologi automatici).

    Il movimento di un orologio automatico con tutti i suoi componenti

    Il rilascio dell’energia avviene allo stesso modo per entrambi i tipi di orologi meccanici.

    La molla caricata si scarica lentamente, rilasciando l’energia che alimenta il segnatempo.

    A questo punto entra in gioco lo scappamento.

    Questo componente fondamentale controlla il rilascio dell’energia negli orologi meccanici: l’energia accumulata nella molla viene trasmessa alla ruota di scappamento tramite i ruotismi.

    Mentre il bilanciere si muove avanti e indietro, l’energia viene trasferita dalla ruota di scappamento all’ancora e da questa al bilanciere. In altre parole, lo scappamento regola il rilascio di energia al fine di assicurare una precisione costante.

    La frizione è installata nel movimento per evitare che la molla di tensione venga serrata eccessivamente.

    Una frizione separa l’orologio dalla cassa quando si raggiunge una certa coppia.

    In altre parole, un orologio automatico non può essere spostato “troppo”.

    Tuttavia, si dovrebbe indossare e spostare l’orologio regolarmente.

    Dopo 30-60 ore la riserva di carica di un orologio automatico viene di solito raggiunta e richiede una nuova carica.

    Christopher Ward Trident C60 – orologio automatico con movimento Sellita SW200