La Gioconda di Leonardo da Vinci è sicuramente il dipinto più famoso e conosciuto al mondo.
Nel quadro, un dipinto ad olio su tavola, si può osservare la figura di una giovane donna in abito scuro, ritratta a metà figura, con lunghi capelli scuri coperti da un velo trasparente che scende lungo le spalle.
Secondo la tradizione l’opera ritrae Lisa Gherardini, ovvero “Monna” Lisa (un’abbreviazione di madonna ‘signora’, titolo che nel Medioevo si usava anteporre al nome), sposa di Francesco di Bartolomeo del Giocondo (ecco perchè la “Gioconda”).
Il ritratto della Monna Lisa fu realizzato fra il 1503 e il 1504 a Firenze e nell’esecuzione di questo ritratto Leonardo ha posto un’attenzione maniacale nello studio di ogni dettaglio.
La possiamo ammirare oggi al Museo del Louvre di Parigi protetto da una speciale teca di vetro indistruttibile e nel salone in cui è esposta un lungo cordone deve tenere a dovuta distanza le migliaia di visitatori che ogni giorno accorrono a visitarla.
La Gioconda oltre ad essere il quadro più famoso al mondo è anche quello più copiato.
Le copie generalmente non hanno un valore considerevole sul mercato dell’arte, per niente paragonabili allo sconfinato valore dell’originale.
L’eccezione che conferma la regola è, però, la Gioconda del Prado.
Non tutti sono a conoscenza, infatti, che negli stessi anni e nello stesso studio di Leonardo da Vinci fu dipinta una seconda Gioconda, custodita oggi al Museo del Prado di Madrid.
Quest’opera venne realizzata molto probabilmente da uno degli allievi di Leonardo.
Si presume possa essere stata dipinta dagli italiani Francesco Melzi o Gian Giacomo Caprotti noto come Salaì, oppure da uno dei due spagnoli Fernando Yáñez de la Almedina o Hernando de los Llanos, che in quell’epoca collaboravano con l’artista italiano.
L’opera in questione, a seguito del restauro del 2010 svolto in occasione di un’esposizione combinata al Louvre delle due opere, ha rivelato una serie di dettagli che la rendono una copia unica nel proprio genere.
I colori sono più luminosi grazie al miglior stato di conservazione dell’opera e lo sfondo è stato conservato in modo quasi perfetto grazie a uno strato di nero che gli era stato applicato nel 1750 circa, forse per esporlo insieme ad altri quadri con sfondo scuro.
Gli specialisti del Museo di Madrid hanno speso diversi mesi studiando l’opera ed hanno eseguito un intervento di pulizia che ha permesso di rimuovere la vernice scura che copriva il dipinto.
Le similitudini fra le due opere hanno portato i ricercatori ad approfondire la ricerca di corrispondenze, giungendo a scoperte incredibili.
Il quadro che per molto tempo era stato considerato come una banale copia di bottega del più famoso ritratto di Leonardo, si è scoperto essere come una replica dal valore inestimabile.
Fino a poco tempo fa si pensava che il dipinto del Prado fosse stato eseguito su una tavola di quercia, molto poco utilizzata nell’Italia del tempo e che si trattasse perciò dell’opera di un artista dell’Europa del Nord.
Ma, in seguito ad indagini approfondite, è emerso che la tavola era in legno di noce, comunemente utilizzata in Italia e che le dimensioni dell’opera si avvicinavano molto a quelle dell’originale: il dipinto del Louvre misura 77×53 cm, la copia del Prado 76x57cm.
In seguito a scansioni a infrarossi eseguite sul dipinto per determinare la cronologia delle modifiche operate dall’autore è stata fatta una scoperta ancora più sensazionale: le modifiche sulla Gioconda di Leonardo e su quella del Prado procedevano di pari passo.
Nonostante l’allievo non abbia raggiunto la qualità pittorica di Leonardo e delle sue caratteristiche pennellate sfumate ritoccò il quadro esattamente come il maestro.
La copia fu probabilmente realizzata guardando direttamente la nota “Monna Lisa” contemporaneamente a Leonardo stesso.
Il quadro del Prado potrebbe dunque essere una copia supervisionata dal grande Leonardo da Vinci in persona.
Ma a rendere ancora più interessante la copia del Prado è quel che ci svela dell’originale di Leonardo.
Nella copia alcune parti si sono conservate meglio che nella tavola del Louvre.
Dalla copia appaiono molti più dettagli della seggiola, della gala che orna la scollatura del vestito di Lisa e del velo semitrasparente che le copre spalla e braccio sinistro.
Eliminate le ultime tracce di ridipintura, infine, sono tornati alla luce i fini dettagli del delicato paesaggio toscano e del volto della Monna Lisa che si è rivelato in tutta la sua bellezza ridandole le sembianze che doveva avere all’epoca, quelle di una splendente giovane donna di una ventina d’anni.
La Gioconda del Prado può essere considerata quindi, a tutti gli effetti, una copia dal valore inestimabile.