Jan Weenix (attr.)
1640/41-1719
Natura morta con cane
Olio su tela, cm. 103×99
La scena si svolge in un cortile circondato da un muro.
Un segugio bruno sembra controllare il risultato della battuta di caccia da poco conclusa, osservando attentamente la zampa di una lepre appesa al muro dipinta affianco a due uccelli esanimi.
Sopra la testa del cane si sviluppa un cespuglio verde con due gerbere rossastre magnificamente fiorite con petali sfilacciati.
Dall’altra parte del muro si snoda un paesaggio boschivo immerso in un cielo serale. Dipinto sottoposto a parziale restauro, lievi ritocchi.
Il dipinto si attribuisce a Jan Weenix. Figlio del pittore Jan Battista Weenix (1621-1660/61) nacque ad Amsterdam nel 1640/41. All’età di cinque anni si trasferì con la famiglia ad Utrecht. A partire dal 1657 divenne allievo del padre nello studio allestito nella grande casa di famiglia fuori città, apprendendo la maniera italiana per dipingere scene di genere.
A differenza del padre però non visitò mai l’Italia. Si unì a pieno titolo alla corporazione dei pittori di Utrecht prima di trasferirsi nel 1670 nella sua città natale dove si sposò.
E’ questo il periodo durante il quale Weenix abbandona la pittura di scene all’italiana a favore di generi più stravaganti attraverso i quali il padre aveva già riscosso un certo successo.
I dipinti di Jan Weenix erano piuttosto ricercati dai borghesi di Amsterdam e la sua reputazione attirò l’attenzione del Principe elettore tedesco a Dusseldorf, Giovanni Guglielmo del Palatinato, che gli commissionò numerose scene di gioco e nature morte.
Fu considerato uno dei migliori pittori olandesi di nature morte con animali del suo tempo.
Si dedico’ alla pittura di nature morte particolarmente dettagliate con fiori, animali e cacciagione esanime, paesaggi e ritratti.
Questo tipo di opere, per le quali è principalmente noto, era spesso a grandezza naturale e oltre alla selvaggina morta, era talvolta presente un cane vivo.
In un secondo momento, nei suoi dipinti con cacciagione iniziò ad inserire vari trofei di caccia nella luminosità rosea del crepuscolo.
Talvolta immergeva le scene in un parco arricchito con sculture classiche o pseudo-classiche, antiche urne e sullo sfondo la veduta di una sontuosa abitazione o il muretto di recinzione di quest’ultima.
Per quanto sopra esposto, si ritiene che il dipinto risalga al primo periodo che l’artista ha dedicato alle nature morte con cane.
La scena è ambientata al calar della sera, vi è sullo sfondo un paesaggio boschivo ma non vi è traccia di trofei o architetture classiche che compariranno nei successivi dipinti.
La lepre appesa al gancio a testa in giù con il rigolo di sangue che fuoriesce dalla bocca è un tratto caratteristico di molte scene realizzate dall’artista che sembra studiare la povera bestiola in tutte le sue pose.
Si notano somiglianze con il dipinto di Jan Weenix “Partridges, songbirds, a duck, a gun and a quailwistle in a parkland landscape (1695) presentato dalla casa d’aste Dorotheum di Vienna il 09/06/2020 – lotto 87, stimato tra 50,0000 e 70,000 euro.
Da notare la somiglianza, sia nei colori utilizzati che nei modi di gestire il pennello, con gli uccelli dipinti in basso a sinistra e con il volatile più grande con il piumaggio bianco e marrone.
I petali della gerbera rossa rimandano talvolta, in entrambi i casi, a piccole piume sorrette dall’aria leggera.