Immaginate di trovarvi nella migliore pasticceria della vostra città.
Immaginate poi di avere davanti a voi una scelta di oltre 300 dolci, tutti invitanti, forse qualcuno più buono degli altri, forse qualcuno meno riuscito, ma tutti comunque invitanti.
Avete solo 10 minuti: cosa scegliete?
Ecco.
The Venice Glass Week è proprio questo.
Una selezione di 300 eventi legati al mondo del vetro organizzati nella città più bella del mondo dove – a voler vedere tutto – dovreste cancellare tutti gli impegni dalla vostra agenda per una settimana e concentrarvi solo su questo.
Ovviamente dalla mattina alla sera e visitare i luoghi istituzionali, quelli collaterali, le fornaci, gli show-room, i negozi preparati per l’evento…
Vi siete persi il nostro articolo precedente dedicato alla Venice Glass Week?
Potete rileggerlo facendo clic QUI.
Ho fatto una mia personalissima scelta, legata per lo più alla curiosità di approfondire la conoscenza di un artista che reputo geniale, Massimo Micheluzzi, e spinto dalla curiosità di una piccola mostra dal nome curioso ed invitante, Strambotti.
Non nascondendo il fatto che altri impegni di lavoro mi hanno portato comodamente sulla direttiva dei luoghi deputati a questi due eventi.
Il primo evento, quello di cui parlerò in questo articolo, è stato ospitato a Palazzo Loredan presso l’Istituto Veneto di Lettere e Arti in Campo Santo Stefano.
Al piano terra, mescolate ad imponenti busti in marmo, trovano spazio le creazioni di Micheluzzi, artista che da qualche anno seguo e che personalmente reputo uno dei più interessanti della scena artistica legata al vetro.
Nasce come gallerista per diventare poi artista e designer.
Le sue creazioni sembrano voler esaltare in chiave contemporanea la tradizione muranese e veneziana (tra i vasi di Palazzo Loredan non ce n’è qualcuno che ricorda forse anche il famoso terrazzo alla veneziana?) attraverso la creazione di pezzi unici.
Opus sectile il nome delle sue creazioni qui esposte, vaso realizzati con mosaico in vetro soffiato.
Insieme a Micheluzzi trova spazio un altro grande artista muranese, Simone Cenedese, divenuto velocemente un punto di riferimento per i designer internazionali che hanno saputo trovare nella sua sensibilità e nella sua maestria un abile interprete dei loro progetti.
Parallelamente a questo ha sempre portato avanti progetti personali di spiccata originalità, come la serie Flames in the wind qui esposta, morbide creazioni in vetro soffiato sagomate a mano libera.
Al piano superiore trova spazio una collettiva di artisti per Venini – la cosiddetta Collettiva Venini 2019 – dove, a mio personalissimo giudizio, spiccano le opere di Michela Cattai.
Ma anche questo sarà argomento di un prossimo articolo.
Così come le sopra citate opere della serie Strambotti.