Nata nel 1991 a Bressanone, Mirijam Heiler è una giovane artista che sta riscuotendo un meritato successo a livello nazionale ed internazionale.
Si è aperta da pochi giorni una piccola mostra a lei dedicata nell’incantevole spazio dell’Oratorio di Santa Maria Assunta a Spinea – Venezia, occasione per noi comoda per poter entrare in contatto diretto con le sue opere, conoscerle e poterle apprezzare dal vivo.
Le parole di Martina Dorner-Bauer e quelle di Gabriele Salvaterra inquadrano perfettamente il modus operandi e modus cogitandi dell’artista altoatesina:
“La pittrice non cerca di rispondere al nostro mondo “rumoroso” con immagini ancora più rumorose.
Si concentra sull’essenziale, sul poco, sul non agitato, per fare delle sue opere un aiuto all’orientamento attraverso l’ordine e la riduzione.
Heiler sceglie principalmente la riduzione del colore e della forma.
Il suo elemento artistico centrale è la riduzione, la cancellazione senza sostituzione del superfluo, la dissoluzione dei processi e delle forme, per permettere al contenuto effettivo di emergere come quintessenza e per rendere più significativo ciò che sta tra le righe.
L’artista si concentra più sul togliere che sull’aggiungere, sul silenzio piuttosto che sull’esprimere, sull’auto-limitazione invece che sull’abbondanza traboccante.
I suoi dipinti sono una risposta consapevole a un mondo di abbondanza, di consumismo, di invadenza e di rumore”
E ancora:
“Osservare il lavoro di Mirijam Heiler da una prospettiva analitica o considerare i suoi quadri solo dal punto di vista dell’astrazione storica mi sembra costituire un errore di fondo.
Le sue opere, riguardanti un ampio campo di ricerca, arrivano con la grazia delicata della femminilità, caratteristica che non deve essere pretesto per contrapposizioni di genere ma, semplicemente, presa d’atto di un discorso che si muove attorno agli stili e ai movimenti estetici, li ammorbidisce e li riconfigura dolcemente, senza perdere mai la tensione di una certa assertività e perentorietà.
Opere d’astrazione geometrica che parlano di paesaggi commoventi, esperimenti di poesia visiva che danno parola alla voce silenziosa degli alberi, direttrici e linearità provenienti dagli oggetti più comuni che consentono l’emersione sul supporto di liriche vibrazioni. […]
Quello che preme sottolineare qui, ad ogni modo, nell’occasione di una mostra più prettamente pittorica e disegnativa, è la capacità dell’artista di suggerire sistemi di senso, valori e percezioni linguistiche senza ridurre mai l’opera a una didascalia per un significato già scritto e categorizzato.
Così, davanti a queste composizioni che, come si diceva, si muovono con adattabilità tra l’astrazione geometrica, la poesia visiva, l’universo segnico e il disegno lirico minimale (Licini, Melotti o Matisse), l’orizzonte emozionale che si para negli occhi, nel cuore e nella pancia dell’osservatore ha a che fare con l’organicità dell’affetto, del corpo e delle relazioni, di una sensibilità che riesce a parlare del nostro rapporto intimo con gli altri anche usando linguaggi nati storicamente da un’antitetica esigenza di “ripulire” l’arte da qualsiasi complessità umana e vitale contraddizione.
Una geometria che sa anche essere sensuale quindi, ribaltando i presupposti di freddezza da cui sembrava nascere; una geometria che si dimostra capace di emozioni e gentilezza.”
Personalmente, da frequentatore più abituato all’arte antica e all’arte decorativa poco avvezzo e – mea culpa – spesso poco tollerante – all’arte contemporanea, ho ritrovato finalmente il piacere di approfondire il pensiero e l’opera di un’artista.
Ho avuto modo di apprezzarne la grazia e la profondità, la conoscenza del lavoro dei maestri venuti prima di lei e la capacità di creazione in del tutto personale, autonoma ed innovativa.
Una piacevole scoperta.
Per approfondire i suoi lavori e dare uno sguardo alle sue opere è possibile visitare il sito www.mirijamheiler.com.