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7 Misteri irrisolti del mondo dell’arte

    Per secoli molte persone si sono chieste chi fosse la modella della “Monna Lisa” di Leonardo da Vinci e quale fosse la ragione del suo sorriso.

    L’identità dell’iconica signora dal sorriso misterioso ha affascinato le persone per 500 anni.

    Mentre molti storici pensano che Mona Lisa fosse la nobile italiana Lisa Gherardini, il cui marito commissionò di dipingere il suo ritratto, i teorici immaginano anche che Monna Lisa possa essere in realtà Leonardo stesso o il suo allievo e possibile amante, Salaì, in abiti femminili.

    Altri ipotizzano che la donna potrebbe essere la madre di Leonardo dipinta a memoria o la mecenate Isabella d’Este.

    E perché i suoi occhi sembrano seguirti ovunque ti sposti?

    Alcuni scienziati pensano anche che grazie alla distribuzione di frequenza spaziale, il suo sorriso cambi a seconda di dove si guarda.

    Guardando direttamente le labbra di Mona Lisa, si può notare che il suo sorriso è discreto, quasi inesistente.

    Ma dopo aver guardato gli occhi o la riga che separa i capelli e prestando allo stesso tempo attenzione alla bocca, il suo sorriso diventa molto più ampio.

    Ma la Gioconda è solo uno dei tanti misteri del mondo dell’arte.

    Ecco altri sette misteri artistici irrisolti che potrebbero essere un po’meno conosciuti.

    Caravaggio ha “confessato” un crimine in un dipinto?

    Michelangelo Merisi detto Caravaggio è stato uno dei maestri del barocco italiano, noto per il suo uso sorprendentemente moderno della luce.

    Era anche un artista irascibile che spesso si dava alle risse.

    Nel 1606 uccise un uomo durante un piccolo battibecco e poi fuggì da Roma a Malta.

    Fu lì, nel 1608, che creò il capolavoro “La Decollazione di San Giovanni Battista”, l’unico dipinto che ha firmato nella sua vita.

    Ma, cosa ancora più intrigante, firmò il suo nome nella pozza di sangue che sgorgava dal collo di San Giovanni Battista.

    Quando Caravaggio fuggì a Malta si unì all’Ordine di San Giovanni, dove serviva il papa come pittore di corte.

    Per tornare a Roma, quindi, avrebbe avuto bisogno del permesso del papa.

    Forse la sua firma insanguinata indicava che sarebbe stato salvato dall’Ordine di San Giovanni oppure era la sua ammissione di colpa per l’omicidio di Roma.

    La firma recita “f. michelang”.

    Alcuni pensano che la “F” fosse l’abbreviazione di “frater” o “fratello”, poiché Caravaggio era affiliato all’ordine.

    Altri pensano che la “F” stia per fecit, una parola latina che significa “ha fatto”, quindi la firma sta davvero dicendo “Michelangelo l’ha fatto”.

    Un commento ambiguo, sicuramente.

    Chi è la “ragazza con l’orecchino di perla”?

    Intorno al 1665, l’artista olandese Johannes Vermeer dipinse un seducente ritratto di una giovane ragazza rappresentata con mezzo busto di profilo, lo sguardo rivolto verso lo spettatore e le labbra leggermente socchiuse.

    Una perla molto grande pende dal suo orecchio, mentre i suoi occhi sembrano seguire chi la ossserva.

    Le persone di tutto il mondo hanno riflettuto a lungo su chi fosse questa attraente giovane donna.

    Molti pensano che possa essere la figlia o l’amante di Vermeer.

    Altri ipotizzano che non fosse una persona reale, ma piuttosto una figura volutamente misteriosa e senza tempo.

    Vermeer era lui stesso una persona intrigante.

    Non ha prodotto molte opere d’arte ed esistono pochissimi suoi documenti biografici.

    Sappiamo che era sposato e aveva 15 figli.

    Il dipinto, soprannominato la “Monna Lisa del Nord”, fa parte della collezione permanente dell’Aia dal 1903.

    Ma attira folle da record ogni volta che gira per il mondo.

    Dov’è il “Ritratto di giovane uomo” di Raffaello?

    Sequestrato dai nazisti, “Ritratto di giovane uomo” è considerato una delle opere d’arte più importanti scomparse durante la seconda guerra mondiale.

    Il dipinto è stato realizzato intorno al 1513 da Raffaello, un dei più importanti protagonisti del Rinascimento italiano, e fu trafugato dall’esercito nazista dal Museo dei Principi Czartoryski in Polonia nel 1939.

    Hans Frank, capo del governo generale nazista in Polonia, fu la prima persona a ricevere il dipinto, che doveva essere esposto nel progettato Museo Führer di Hitler, a Linz.

    Il ritratto viaggiò in Germania e Austria prima di ritrovarsi con Frank.

    Quando gli alleati lo arrestarono nel 1945, però, il dipinto era sparito.

    Negli anni si è vociferato che il dipinto si trovasse presso un collezionista privato in un’altra nazione, ma nulla è mai stato confermato.

    Oggi, il governo polacco possiede la collezione d’arte Czartoryski e, se il dipinto venisse trovato, verrà esposto al Museo Princes Czartoryski, dove ora è presente la sua cornice originale, vuota.

    Si pensa che nel dipinto fosse rappresentato un autoritratto di Raffaello.

    Chi o cosa è Banksy?

    Tra tutti i misteri del mondo dell’arte, l’identità nascosta di Banksy potrebbe essere il più fastidioso, poiché Banksy è ancora vivo e crea tuttora.

    Banksy, che secondo alcuni potrebbe essere una collezione di artisti, è stato notato per la prima volta nei primi anni ’90, creando street art e graffiti facilmente riconoscibili.

    I suoi pezzi spesso rappresentavano temi sociali o politici, ma alcuni erano divertenti o commoventi.

    Nonostante negli anni abbia lavorato a progetti di grande visibilità, come il documentario del 2010 “Exit Through the Gift Shop” (che ha ricevuto una nomination all’Oscar), Banksy è riuscito a mantenere nascosta la sua identità.

    Molti credono che Banksy sia britannico; nello spettacolo ai premi “Greatest Britons 2007” Banksy ha infatti vinto la categoria Arts, battendo i candidati Antony Gormley e Sam Mendes.

    Durante il festival di Glastonbury del 2007 in Inghilterra, l’artista (o gli artisti) hanno eretto “Boghenge”, una versione rivisitata dei megaliti Stonehenge creata con dei bagni portatili ricchi di graffiti.

    Van Gogh è stato assassinato?

    Uno degli aspetti principali che la gente conosce di Vincent van Gogh è che si è tagliò l’orecchio.

    Ciò fu probabilmente dovuto al fatto che il pittore post-impressionista olandese soffriva di malattie mentali, causate forse da una grave depressione.

    E mentre oggi Van Gogh è considerato un genio, in vita ha venduto solo un dipinto prima di morire nel 1890 all’età di soli 37 anni.

    La causa ufficiale fu il suicidio per un colpo di pistola a distanza ravvicinata.

    Anche se ciò può sembrare plausibile data la sua scarsa salute mentale, tuttavia nessuna pistola venne ritrovata vicino al suo corpo e la gente del posto ha riferito che due adolescenti lo avessero maltrattato poco prima della sua morte.

    Una possibilità, avanzata nei film “Loving Vincent” (2017) e “At Eternity’s Gate” (2018), (così come nella biografia del 2011 “Van Gogh: The Life“) è che René Secrétan, uno dei bulli, premette il grilletto.

    Oltre ad essere turbato, si dice che Secrétan possedesse una pistola che spesso sparava male, quindi un’altra possibilità è che la morte di van Gogh sia stata un tragico incidente.

    Secrétan ha negato qualsiasi coinvolgimento quando fu intervistato nel 1957, anche se disse che possedeva una pistola che Van Gogh potrebbe aver preso.

    Lo storico dell’arte John Rewald si recò ad Auvers negli anni ’30 e intervistò la gente del posto quando la morte del pittore era ancora ricordata.

    Più tardi, confidò a molte persone, una voce che aveva sentito lì: alcuni “ragazzi” avrebbero sparato a Vincent accidentalmente.

    I ragazzi non si fecero mai avanti, gli fu detto, perché temevano di essere accusati di omicidio, e Vincent scelse di proteggerli come atto finale del martirio.

    Gli autori della biografia del 2011 postulano che dopo essere stato ferito a morte, van Gogh abbia accolto la morte e abbia creduto che i ragazzi gli avessero fatto un favore.

    Da qui la sua osservazione sul letto di morte ampiamente citata: “Non accusare nessuno… sono io che volevo uccidermi.”

    Il mistero della morte di Vincent van Gogh probabilmente non sarà mai risolto.

    Ma per molti la leggenda della sua geniale malattia mentale, che gli ha fatto creare tutti i suoi dipinti iconici, e che lo ha portato alla morte, rimarrà.

    Hilter ha davvero realizzato questi dipinti?

    Da giovane, Adolf Hitler voleva essere un pittore.

    Ma fu rifiutato dalla scuola d’arte e alla fine si dedicò ad altri obiettivi, vale a dire diventare il famigerato dittatore che progettò l’Olocausto.

    Per decenni dopo la sua morte, i dipinti di Hitler furono in gran parte ignorati.

    Non erano considerati di gran valore, inoltre molti consideravano immorale l’acquisto della sua opera d’arte.

    Tuttavia, furono prodotti numerosi falsi, molti dei quali non erano nemmeno così precisi.

    Poi, nei primi anni 2000, è sorto un mercato di nicchia per i suoi pezzi e i prezzi sono aumentati.

    C’era solo un problema: come identificare le opere originali di Hitler.

    A causa della ricchezza di falsi imprecisi, gli esperti spesso non erano sicuri di come realmente fosse un autentico pezzo di Hitler.

    Uno dei pochi metodi utilizzati è confrontare i pezzi con le opere verificate di Hitler nell’archivio di stato bavarese, ma ve ne sono molto poche.

    La Germania sta ora reprimendo la vendita di opere d’arte di Hitler per aiutare a ridurre il numero di falsi in circolazione.

    Chi ha messo a segno il colpo del Gardner Museum di Boston?

    Saranno tuoi 10 milioni di dollari se scoprirai chi ha rubato i 13 capolavori dall’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston.

    Il furto con scasso del 1990 è il più grande furto d’arte della storia, poiché i dipinti, che includevano opere di Vermeer e Rembrandt, valevano nel 2020 complessivamente 500 milioni di dollari.

    Quindi cosa è successo?

    Due uomini che si spacciavano per agenti di polizia hanno messo a segno la rapina dopo aver ammanettato e imbavagliato i due giovani agenti di sicurezza in servizio, che non avevano alcun addestramento formale.

    I ladri hanno quindi estratto i capolavori dalle loro cornici prima di rimuovere i video dalle telecamere di sicurezza.

    La rapina è durata ben 90 minuti.

    Nonostante i numerosi indizi nel corso dei decenni, le opere d’arte non sono state ancora ritrovate.

    Le cornici vuote sono appese nei loro punti originali, a ricordare un inquietante memoria del crimine.

    Oltre alla ricompensa di $ 10 milioni per le informazioni che portano direttamente al recupero di tutti e 13 i dipinti, c’è una ricompensa di $ 100.000 per chi aiutasse a recuperarne uno.