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Tulipani, rose e ninfee nell’arte

    All’inizio di maggio ho avuto il piacere di fare visita al Parco Sigurtà di Valeggio sul Mincio, in Provincia di Verona. Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, la fioritura dei tulipani scema sempre più e lascia spazio alla regina dei fiori: la rosa. Sulle distese acquatiche spiccano, invece, le ninfee. Inutile tentare di restituire a parole la meraviglia artistica che Madre Natura ha creato.
    Forse, solo le espressioni artistiche, ci sono in parte riuscite.

    Probabilmente anche per questo motivo, i fiori sono e sono stati tanta parte di qualsivoglia manifestazione artistica, soprattutto se pittorica o scultorea. I fiori, a lungo considerati i gioielli dei poveri, sono stati protagonisti e portatori di significati in molte opere d’arte.

    Vedendo lo splendore di tulipani, rose e ninfee ho voluto fare un approfondimento sul loro ruolo e significato nell’arte.


    Cuyp Jacob Gerritsz, Bed of tulips, 1638, Paesi Bassi, Dordrechts Museum

    I tulipani fanno subito pensare all’Olanda sebbene abbiano origini medio orientali. Sono stati i principali protagonisti floreali di molti dipinti seicenteschi soprattutto di Amsterdam, dove si era avviato più intensamente il loro commercio, andando ad incarnare un profondo senso di raffinatezza e regalità, racchiudendo, però, anche un secondo significato più nascosto legato alla caducità della bellezza e del piacere.


    Esempio di tulipanieria olandese in ceramica risalente agli inizi del 1600

    Li troviamo protagonisti nel dipinto Vaso con tulipani e dalie di Ambrosius Brueghel Il Vecchio, risalente al 1645-50 circa, facente parte di una collezione privata di Amsterdam o in Bed of tulips del 1638, oggi conservato al Dordrechts Museum nei Paesi Bassi.


    Ambrosius Brueghel, Vaso con tulipani e dalie, 1645-50 ca., collezione privata, Amsterdam

    Una curiosità: nel 1600 esporre vasi di tulipani era molto usuale nelle sale della nobiltà soprattutto se riservate ai ricevimenti. Per questo si diffusero contenitori in ceramica, con dei fori che permettevano l’inserimento dei singoli fusti di tulipani. Le tulipaniere permettevano di disporre il prezioso fiore nel miglior modo possibile, valorizzandolo nella sua singolare eleganza. 

    Uno dei fiori più iconografici e caricati di significati è sicuramente la rosa. Lo stesso fiore, in base alla colorazione dei petali, si fa portavoce di messaggi differenti. Mentre la rosa rossa riconduce alla passionalità, la rosa bianca vuole trasmettere il senso della purezza, della freschezza e della verginità. Una rosa gialla sta invece ad indicare amicizia oppure invidia mentre quella rosa si rifà alla giovinezza, alla femminilità adolescenziale ma al contempo sottende al senso di transitorietà e di effimero.

    L’espressione artistica è colma di opere in cui compaiono fiori di rosa. Ne troviamo traccia dai tempi più antichi a quelli più recenti. 

    Già a Pompei è visibile quella che poi è stata ribattezzata la “Rosa di Pompei”, dipinta sulla parete di un piano della Casa del Bracciale d’Oro, ricca villa di Marco Fabio Rufo, sulle cui pareti del piano inferiore si trovano dipinti di grandi giardini e il mosaico di un ninfeo.


    “Rosa di Pompei”, prima metà del I secolo d.C., Pompei, Casa del Bracciale d’Oro

    Questo celebre fiore è protagonista anche del dipinto La rosa meditativa, del 1958, di Salvador Dalì dove sogno e realtà si incontrano sopra ad un paesaggio minimalista in cui compaiono unicamente due persone proprio al di sotto della rosa. Nel surrealismo dalidiano, la rosa indica la magnificenza della natura rispetto all’uomo, suggerendo un messaggio d’amore e passione che però può essere associato anche alla crudeltà della morte.


    Salvador Dalì, Rosa meditativa, 1958, Spagna, Figueres, Fondazione Gala-Salvador Dalí

    La terza grande protagonista della mia visita al Parco Sigurtà è stata la ninfea, fiore che sboccia su specchi d’acqua con importante eleganza. Questa sua caratteristica preponderante la fece diventare il fiore simbolo dell’eleganza sebbene, al contempo, le si attribuisca un po’ lo stesso significato che in molte culture orientali viene dato al Fiore di Loto: un elemento puro, elegante e candido che rimane tale nonostante cresca su un ambiente limaccioso e fangoso. Per tale motivo, più o meno indirettamente, le viene attribuito un significato di rinascita e splendore.  

    Le ninfee sono al centro del ciclo di dipinti realizzati da Claude Monet alla fine della vita, quando si trasferì nella casa di Giverny, dove possedeva un giardino con all’interno uno stagno colmo di questi fiori. Tra gli anni ’90 del 1800 e il 1926, anno della sua morte, Monet realizzò addirittura circa 250 dipinti, tra cui 40 grandi pannelli e 3 arazzi.


    Claude Monet, Ninfee rosa, 1897-1899, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

    Claude Monet, Ninfee bianche, 1899, Russia, Mosca, Museo Puškin delle belle arti

    Per maggiori informazioni sul Parco Sigurtà visitare il sito www.sigurta.it