È tornata la Pasqua e, soprattutto gli amanti del cioccolato, non vedono l’ora di scambiarsi e mangiare le mitiche uova!
Ma anche durante i picnic di Pasquetta, le uova sode col guscio disegnato a mano sono le protagoniste dei pranzi all’aria aperta.
Come mai l’uovo è diventato il principale simbolo di questa festività?
Da sempre e l’uovo è considerato simbolo di rinascita, della vita che si rinnova.
L’investitura di questo significato affonda le sue radici in tempi molto lontani, antecedenti al Cristianesimo.
L’uovo come simbolo, elemento religioso e decorativo
Già 3000 anni fa, i persiani consideravano l’uovo di gallina il simbolo della natura che si rinnova e un segno di buon augurio.
Ma sono state trovate testimonianze che attestano che, fin dall’epoca preistorica, gli uomini decoravano uova di struzzo e le utilizzavano come boccali durante riti religiosi.
Fenici ed Egizi ne hanno lasciato diversi esemplari e sono stati ritrovati anche alcuni vasigreci a forma di uovo, risalenti al V secolo a.c., facenti parte di corredi funerari.
Fin dai tempi antichi quindi l’uovo simboleggia la vita ed il rinnovamento.
L’uovo nella tradizione cristiana
La tradizione cristiana ha rafforzato il tutto associandolo alla Resurrezione di Cristo, al suo sconfiggere la morte e tornare alla vita. Secondo le Sacre Scritture, Maria Maddalena, tornando dal Santo Sepolcro vuoto, incontrò Pietro che non credette al miracolo del Sepolcro rimasto vuoto: disse a Maddalena che le avrebbe creduto solo se le uova che portava con lei in un cestino si fossero colorate di rosso, cosa che accadde immediatamente.
Da allora, alla fine di ogni messa pasquale, venivano donate ai fedeli delle uova dipinte di rosso e si trovano numerose rappresentazioni di Maria Maddalena con delle uova di tale colore.
Sono state trovate testimonianze che attestano che, anche durante il Medioevo, uova sode dipinte a mano venivano servite durante il pranzo pasquale e addirittura donate ai servitori.
La nascita dell’uovo di cioccolato, invece, è ancora avvolta dal mistero: per alcuni l’uovo di cioccolato fu realizzato per primo da Luigi XIV, altri, invece ritengono che l’usanza provenga dalle Americhe, essendo il cacao una pianta messicana.
L’uovo nell’arte
Nonostante lo scorrere del tempo, il cambio di culture ed usanze, l’uovo continuerà ad essere una forma ed un elemento fortemente legato al concetto di rinascita: dal Rinascimento quando Piero della Francesca, nel 1474, dipinse la Sacra Conversazione, alludendo sia alla rinascita che all’immacolata concezione della Vergine al 1620 quando Pieter Brueghel il Giovane dipinse La danza dell’uovo, in cui è rappresentato un ballo popolare che si svolgeva attorno ad un uovo durante la primavera per festeggiare il rifiorire della natura.
Ci fu poi un secolo in cui l’uovo venne piuttosto dimenticato nelle opere d’arte, fino a quando nel 1865, Paul Cézanne dipinse Natura morta con pane e uova dove però l’uovo non ricopriva alcun significato particolare se non quello di essere rappresentato all’interno di una natura morta in vista di uno studio personale dell’artista sulle forme cilindriche coniche e sferiche.
La fine del 1800 vide il ritorno dell’uovo in pompa magna quando, nel 1885, Peter Carl Fabergé cominciò a realizzare le famose uova di Pasqua in oro, porcellana, vetro, pietre preziose ed argento per gli zar di Russia.
Fino al 1917, Fabergé realizzò 52 uova dal valore inestimabile.
Anche l’arte contemporanea vede diversi artisti includere l’uovo nelle proprie opere d’arte, alcuni attratti dalla forma emblematica che vede l’unione del cerchio, simbolo del divino, e del triangolo, simbolo dell’ascesi mistica come nell’opera di René Magritte Affinità elettive del 1933, fino ad esperimenti legati all’uso della luce di Man Ray (The egg and the shell) e ai significati metafisici che incontriamo nelle opere di Giorgio de Chirico, come Natura morta.
Torino a primavera del 1914 o del surrealismo di Salvador Dalì di Bambino geopolitico osservantela nascita dell’uomo nuovo del 1943.
“La cosa più perfetta che ci sia eppure è fatto con il culo“
L’uovo è protagonista dell’espressione e delle ricerche artistiche di molti artisti che rasentano la nostra contemporaneità: la serie di tele forate di Lucio Fontana per cui, invece, l’uovo è la “fine di Dio: per me significano l’infinito, la cosa inconcepibile, la fine della figurazione, il principio del nulla”.
le uova pop di Jeff Koons, avvolte da alluminio colorato con un gran fiocco o già rotte e scoperchiate, sono la parodia gigantesca dell’uovo di Pasqua.
Nell’opera di Escher le uova scuotono le nostre certezze, riproponendo l’eterno dilemma: è nato prima l’uovo o la gallina?

Il pollo che fa l’uovo, Maurits Cornelis Escher, 1916, Olanda, ex palazzo d’inverno della regina madre Emma
Una menzione particolare merita l’opinione che aveva Bruno Munari, uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo, dell’uovo che non si faceva remore nell’affermare “è’ la cosa più perfetta che ci sia eppure è fatto con il culo».